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Cenni Storici

Gela è una delle più antiche città siciliane e i primi insediamenti risalgono al V millennio a.C. Il territorio di Gela è in parte pianeggiante e costituito dalla piana di Gela, la seconda della Sicilia per estensione, e in parte collinare; è compreso tra la fascia costiera meridionale e i territori di Butera, Mazzarino, Niscemi, Caltagirone ed Acate. Il golfo di Gela, ampio e poco pronunziato, è il più vasto della Sicilia. Lungo la costa sono presenti tre formazioni collinari di cui una totalmente invasa dalle costruzioni mentre le altre due soltanto parzialmente. La piana di Gela è attraversata da numerosi corsi d'acqua, quasi tutti a carattere torrentizio. Il nome attuale della città è storicamente legato a quello della potentissima colonia dorica fondata nel VII secolo a.C. Decaduta dopo la distruzione, nel 1233 Federico Il di Svevia la fece ricostruire, chiamandola Heraclea, sui ruderi di quella ellenica. Verso il 1550, la città assunse la denominazione di Terranova. Tra XVII e XIX secolo la città attraversò vicende alterne sempre lontana dai fasti di un tempo. Subito dopo l'Unità d'Italia la città assunse il nome di "Terranova di Sicilia" e nel 1927 la città riprese il suo antico nome di Gela. La Città è considerata uno dei più importanti siti storici, archeologici e culturali del Mediterraneo, essendo stata tra VI e V secolo a.C. la maggiore città-stato siceliota. In epoca medievale per l'edificazione della città vennero sfruttati i ruderi della polis causando la perdita di numerosi templi e lunghi tratti delle fortificazioni greche. Già durante il XVIII secolo Terranova divenne meta di tombaroli che, attirati dall'importanza del sito, molto spesso compravano a basso prezzo un terreno ed eseguivano le loro ricerche clandestine per poi rivenderlo e fuggire via con reperti inestimabili che sistematicamente finivano nelle vetrine dei più prestigiosi musei del mondo. Nell’ultimo secolo, l’archeologo Paolo Orsisotto, eseguì indagini sulla vastissima necropoli greca compresa nell'Orto Pasquarello, il quartiere Borgo e Rabatello, il Quartiere Cappuccini-Pignatelli e la villa comunale ‘Giuseppe Garibaldi', dalla quale provengono alcune fra le più raffinate ceramiche del mondo classico e tornarono alla luce numerose e importantissime testimonianze sia greche che di altri periodi. La città e il territorio sono costellati di siti archeologici che, nella maggioranza dei casi, sono stati esplorati e nuovamente interrati. La scoperta archeologica delle fortificazioni greche di Capo Soprano nel 1948 e quella dei giacimenti petroliferi nel 1956, unita alla costruzione del Polo petrolchimico ENI, la posero in una nuova fase di espansione economica e demografica, non scevra tuttavia di drammatici problemi. Il centro storico di Gela, seppur vittima della caotica espansione edilizia dell'ultimo cinquantennio, è ricco di monumenti e testimonianze storiche. Oggi Gela è il primo comune del Libero Consorzio comunale di Caltanissetta per popolazione, importante centro agricolo, industriale e balneare. Ricca di testimonianze di quella che fu una delle più influenti polis del mondo greco, è anche nota per il complesso petrolchimico dell'Eni costruito nelle sue immediate vicinanze e inattivo dal 2014. L'economia gelese, prima dell'avvento dell'industria, era basata principalmente su agricoltura e pesca. Attive erano anche le attività artigianali e il turismo balneare. Gela possedeva una flotta peschereccia di tutto rispetto a livello nazionale, seconda solo a quella di Mazara del Vallo e un porto caricatore per l'esportazione di prodotti agricoli, artigianali e minerari, tanto da essere sede di decine di Consolati stranieri. Basilare era la sua alta produzione di grano duro, di cotone d'Europa e sede di cantine vitivinicole siciliane. Le antiche produzioni artigianali (scope di palma nana, tegole in terracotta, lavorazione della liquirizia e della soda, cotonifici, oleifici, mulini, pastifici, la cartiera di Piana del Signore) che esportavano i propri prodotti via mare nel Mediterraneo, sono oggi letteralmente scomparse. La crisi del complesso petrolchimico e il conseguente calo di manodopera, ha rinvigorito il settore dell'agricoltura, ricca di impianti serricoli, dove si producono ortaggi e verdure.
Fonte: Wikipedia
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