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Cenni Storici

Mascalucia è un centro urbano ricadente nell’ambito territoriale della Provincia di Catania, situato a Nord/Est del capoluogo, lungo la direttrice per l’Etna, adagiato sulle colline meridionali del vulcano, tra i 420 ed i 520 metri sul livello del mare e si estende su una superficie di 16,24 Kmq. Mascalucia affonda le sue origini in tempi remoti. Si pensa infatti che il nucleo originario della cittadina debba identificarsi nella contrada "Ombria" (oggi Ombra) dove esisteva moltissimi anni fa un municipio catanese, fondato da popoli cosiddetti "Ombri", i quali verso l'anno 1000 a.C. vennero coi Siculi nella nostra Isola e sospinsero i Sicani ad occidente del fiume Imera. Anche se notizie storiche ben documentate non vi siano, tuttavia dal ritrovamento di avanzi di antichità romane (sepolcri, lucerne, medaglie, etc...) si può dedurre che Mascalucia fosse abitata anche all'epoca romana. Intorno al 324 Mascalucia era forse chiamata Massalargia dal latino Massa (villaggio) e largia (dono), cioè data in dono dall'Imperatore Costantino alla Santa Sede. San Gregorio Magno Papa, nel 590, in una sua Epistola ad Cyprianum fa menzione delle Massae esistenti nel territorio di Catania e fa inoltre riferimento al tempio di Sant'Antonio Abate (al Cimitero). Dopo una lunga serie di vicissitudini, i Normanni nel 1088 assegnarono al Vescovo di Catania un vasto territorio che comprendeva  il Monte Etna con tutte le sue campagne, i boschi e le Massae: San Giovanni Galero, Mascasia,  Praci, Sampietro, Camporotondo, Rapisardo, Malpasso, Mompileri, Nicoloso, Lapidara, Tricastagni, Via grande, San Giovanni le Punte, San Gregorio, Santa Maria Belvedere. Nel 1169 un terremoto arrecò danni a Mascalucia, ma la popolazione si riprese ben presto e continuava a pagare la sua decima al Vescovo di Catania, perché aveva un terreno molto fertile che produceva ottimo vino e cereali. Nel 1239, faceva parte dei Casali della Città di Catania, che ne comprendeva la giurisdizione amministrativa, fino al 1640. Sotto il governo del re Filippo IV, il Casale della Terra di Santa Lucia di Catania subì grandi mutamenti, e insieme ad altri Casali, per volontà degli spagnoli, furono venduti all’asta. Nel 1645 la acquistò Giovanni Andrea Massa, ricco Signore genovese, il quale poi la donò a Niccolò Placido Branciforte, che il 4 luglio 1651, con privilegio del re Filippo IV, venne nominato Duca di Santa Lucia o Mascalucia e il paese fu insignito del titolo di Ducato. L'eruzione del 1669 arrecò parecchi danni al paese; i suoi cittadini per sicurezza trasportarono la statua di San Vito nella sua bara di legno dorata,  nella Cattedrale di Catania. Un'altro terribile terremoto si abbatté su Mascalucia nel gennaio 1693, che provocò la morte di molte persone. Il 29 febbraio 1818 un altro terremoto sconvolse il paese e le abitazioni subirono parecchi danni. Nel 1819 il re Ferdinando I eresse Mascalucia a Capo Circondario aggregandole altri paesi: San Giovanni la Punta, San Gregorio, Trappeto, Sant'Agata li Battiati, San Giovanni Galermo, San Pietro Clarenza, Tremestieri, Gravina e Massannunziata. E nel 1840 grande importanza assunse per Mascalucia l'annessione del piccolo Comune di Massannunziata, che divenne frazione e dipendeva dalla sua amministrazione civile. Con Real Decreto del 7 marzo 1840 Mascalucia fu dichiarata  "Circondario di seconda classe". Mascalucia è sede di mandamento ed oggi anche di Tribunale. La Pretura di Mascalucia è una delle più antiche della provincia catanese, costituita nel 1819. A quel tempo la sua giurisdizione era maggiore di oggi  e comprendeva anche il mandamento di Trecastagni. Mascalucia fu denominata anche Parigi del Bosco per i suoi salotti letterari e per la nobiltà catanese dei tempi passati che vi risiedeva. Statisticamente l’economia è in prevalenza agricola, soprattutto fino agli anni cinquanta, mentre si riduce negli anni successivi, per l'abbandono delle terre e delle colture tradizionali. Le produzioni agricole che tuttora permangono sono legate agli aranceti e alla presenza di vigneti, da cui si producono vini tra i migliori della zona. Negli ultimi 20 anni ha sestuplicato i suoi abitanti, passando da circa 4.000 a oltre 26.000. Il paese, come altri dell'hinterland catanese, ha assorbito, parzialmente, gli oltre 100.000 abitanti che nello stesso periodo hanno abbandonato la caotica Catania per trasferirsi nei paesi etnei circostanti. Ciò ha dato luogo ad una intensa attività costruttiva nel settore dell'edilizia che ha reso Mascalucia assai simile ad una città con palazzi ad alta densità abitativa. Altre costruzioni sono peraltro sorte sotto forma di villette singole espandendo così l'abitato su una superficie molto vasta. Fanno parte del comune di Mascalucia la piccola frazione di Massannunziata e quella di Mompilieri che custodisce il più antico Santuario dell'arcidiocesi di Catania dedicato alla Madonna della Sciara, perduta sotto la lava il 12 marzo 1669 e ritrovata a seguito di scavi nella colata il 18 agosto 1704. Il centro storico di Mascalucia si snoda lungo la via Etnea e risale al XVIII secolo. Sulla strada sorgono la chiesa di San Vito, patrono della città, la chiesa Madre dedicata a Maria SS. della Consolazione e la chiesa di San Nicola da tempo sconsacrata, oggi Auditorium Comunale. Notevoli alcuni prospetti di palazzetti gentilizi quali Palazzo Rapisardi e Palazzo Cirelli. Anche nelle stradine circostanti si possono notare antichi portali costruiti con la pietra lavica nera dell’ Etna. La via principale, via Etnea, insieme al corso San Vito, possiede numerosi negozi caratteristici.
Fonti: Dott.ssa Sapienza Maria Grazia
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