Cattedrale di San Giuliano.
La Basilica Cattedrale di San Giuliano è una Chiesa di origine normanna che ha subito varie ricostruzioni a causa dei terremoti che negli anni colpirono la zona. La ricostruzione nelle forme attuali fu ultimata nel 1756. Nel 1816, con l'istituzione della Diocesi di Caltagirone fu elevata al rango di Cattedrale. E' il principale luogo di culto cattolico di Caltagirone e Chiesa Madre dell'omonima diocesi. Nel 1948 papa Pio XII l'ha elevata al rango di Basilica minore. . L'alto riconoscimento fu festeggiato il 27 gennaio 1949 festa liturgica di San Giuliano con solenne pontificale del Vescovo mons. Pietro Capizzi. All'interno, l'impianto basilicale a croce latina è ripartito in tre navate per mezzo di pilastri. Sull'arco trionfale decorato con una cortina drappeggiata, culmina un pregevole stucco con la rappresentanza allegorica della Religione Cristiana coronata dal triregno e raffigurata in mano l'ostensorio eucaristico e la croce, accompagnata da una coppia di putti.
Chiesa del Signore del Soccorso.
Ad ovest della città, sull'antica
strada per Gela,
sorgeva, prima del terremoto del 1693
una chiesetta dedicata alla Madonna del Soccorso; sotto le sue
macerie venne ritrovato un crocifisso dipinto
su pietra. Sul luogo del ritrovamento, alla fine del Settecento, fu
costruita una chiesa progettata dal Bonajuto, in cui si venera la
sacra immagine. In seguito il Santuario del SS. Crocifisso s'arricchì
di nuove strutture, anche per poter accogliere i devoti che
vi si recano. Lungo la strada che porta al Santuario si notano i
misteri del Santo
Rosario e le stazioni della Via
Crucis su pannelli in maiolica.
Cimitero Monumentale di Caltagirone.
Sulla via Nicastro, appena fuori dal
centro abitato, si trova il cimitero
monumentale, preceduto da un viale alberato. Detto cimitero del
Paradiso, dal nome della contrada in cui sorse, fu progettato
dall'architetto Giovan Battista Nicastro nel 1866,
con pianta a croce
bizantina iscritta dentro un muro perimetrale che
in parte lascia intravedere l'interno attraverso alcune aperture. Il
progetto non fu mai portato a compimento dal Nicastro che morì
nel 1903.
Dal 1931 è
stato dichiarato monumento
nazionale.
Chiesa di San Giuseppe.
La Chiesa
di San Giuseppe è un luogo di culto ubicato all'inizio
della Scalinata
di Santa Maria del Monte,
nel centro storico di Caltagirone. Il
tempio fu costruito dal Comune di Caltagirone con delibera del 25
marzo 1572, in sostituzione della primitiva chiesetta
di Santa Barbara.
Fu rasa al suolo dal terremoto
del 1693,
prontamente ricostruita e affidata alla Congregazione
dei falegnami e degli ebanisti.
Nel 1863 fu promosso il restauro ed il rinnovamento degli stucchi
della chiesa e nel 1881 l'architetto Montemagno del Comune di
Caltagirone, progettò l'ingresso rimasto sopraelevato dai lavori di
abbassamento della strada sulla quale prospettava. La pavimentazione
in marmo fu rinnovata nel 1978 ed alcune piastrelle di maioliche
policrome, sono custodite presso il locale Museo
statale della ceramica.
L'edificio oggi presenta un prospetto in conci di pietra d'intaglio
con abside composto da due registri sovrapposti terminati da due
piccoli campanili, arricchito da capitelli
corinzi.
Il corpo centrale, reca al centro il grande portale d'accesso
decorato da cornici e timpano ad arco. L'edificio con aula a
pianta decagonale,
nella parte centrica presenta quattro nicchie rialzate da un gradino
e volta a cupola. Sopra il portale d'accesso alla navata è collocato
un organo a canne, arricchito da custodia in legno intagliato e
indorato ad oro zecchino. La Chiesa custodisce una piccola
acquasantiera a muro posta sul lato destro dell'entrata.
Chiesa di San Domenico o Chiesa di Maria Santissima del Rosario.
La chiesa di San Domenico, altrimenti nota come chiesa di Maria Santissima del Rosario, insieme al convento dei frati predicatori costituisce un polo monumentale ubicato nel centro storico di Caltagirone, lungo la Via Don Luigi Sturzo. Fu distrutta dal terremoto del Val di Noto del 1693 e ricostruita negli anni 1801 - 1808 su progetto di Carlo Maria Longobardi Savalza, con il contributo del Comune e dei fedeli. La chiesa, per alcuni anni chiusa al culto perché pericolante è stata poi restaurata nel 1982 e assegnata dal vescovo Carmelo Canzonieri all'Associazione Amici della musica che l'ha trasformata in auditorium. Ha il prospetto barocco, di forma concava in pietra intagliata, ornato di portale artistico con timpano di coronamento delimitato da due piccoli campanili gemelli con quattro campane. La facciata barocca è costituita da due ordini sovrapposti con prospettiva lievemente concava, con due rampe di scale protette da cancellate e ringhiere in ferro battuto. L'interno con unica navata, presenta una volta affrescata nel 1800 dal pittore locale Isidoro Boscari, che raffigura San Domenico al cospetto della Trinità e della Vergine Maria, pavimento marmoreo del 1963, cappelle laterali con altari di marmo policromo. Pregevole pavimento in maiolica del settecento.
Chiesa del Santissimo Salvatore.
La chiesa
del Santissimo Salvatore, insieme all'ex monastero delle
religiose benedettine,
costituisce un polo monumentale ubicato nel centro storico
di Caltagirone,
lungo la via omonima. Il complesso benedettino fu ricostruito dopo
il terremoto
del Val di Noto del 1693
e nel 1894 fu ordinato sacerdote e celebrò la sua prima messa
don Luigi
Sturzo.
Nel 1962 al suo interno fu realizzato il mausoleo che
ospita le spoglie di don Luigi Sturzo, fondatore del Partito
Popolare Italiano.
Recentemente, per le opere d'arte e il mausoleo, la chiesa del
Santissimo Salvatore è stata inserita nel patrimonio storico
artistico appartenente al Fondo
edifici di culto.
Il prospetto è caratterizzato da una partizione centrale
corrispondente al tamburo e
alla cupola ottagonali, con due spioventi laterali e finestre munite
di grate. L'edificio ad aula unica a pianta ottagonale presenta un
notevole apparato decorativo in stucco con tre altari marmorei e
quattro tribunette con fitte grate in legno scolpito, da
dove le monache seguivano le funzioni religiose rispettando le regole
di clausura. Il mausoleo fu
realizzato nel 1962 dal Governo Italiano e custodisce il sarcofago in
marmo giallo di Siena, con la scultura dello statista dormiente.
Presso l'Episcopio della Curia di Caltagirone si trovano esposte
alcune opere in marmo, dipinti ad olio su tela e due preziosi
manufatti: un coro ligneo
delle monache e una teca lignea con statua in cera
raffigurante Santa
Gaudenzia.
Chiesa di Santa Rita e Santa Chiara.
La Chiesa
di Santa Chiara e Santa Rita, insieme all'ex monastero
delle Clarisse,
costituisce un polo monumentale ubicato in via San Giovanni Bosco,
nei pressi del complesso della Compagnia
di Gesù,
nel centro storico di Caltagirone.
Rasa al suolo col terremoto
del 1693,
la Chiesa fu rapidamente riedificata tra il 1743 e il 1748. Dopo
l'emanazione delle leggi
eversive la
Chiesa fu incamerata dallo Stato e ceduta all'autorità
ecclesiastica, per essere poi donata a condizione e con l'obbligo di
mantenerla sempre aperta al culto pubblico. La facciata è delimitata
da paraste laterali
sormontate da capitelli
corinzi che
inquadrano l'unico portale d'accesso.
Il timpano presenta
un arco spezzato con angeli alati collocati sulle cimase
e nei pennacchi sono
scolpiti in bassorilievo i volti di sante francescane. Sotto gli
spioventi sono stati inseriti dei pannelli maiolicati raffiguranti
rispettivamente San Giovanni Bosco, Santa Rita da
Cascia e Santa Chiara d'Assisi, Papa Pio X. L'Aula è
a pianta ellittica, con pavimento in ceramica policroma del 1952. Ai
lati del presbiterio sono
presenti le tribunette provviste di gelosie, le grate oltre le quali
le monache attendevano alle celebrazioni liturgiche. L'abside
con balaustra maiolicata
è ornata di un maestoso altare maggiore di legno intagliato,
intarsiato con specchi e madreperle. Il monastero delle Clarisse che
sorgeva a fianco della Chiesa dopo la legge del 7 luglio 1866, fu
soppresso e nel 1889 fu ceduto dal Demanio al Comune, ove dal 1907
sorge l'edificio dell'ex officina elettrica.
Chiesa del Gesù.
La Chiesa
della Circoncisione, localmente intesa genericamente con il nome
di Chiesa del Gesù, insieme al Collegio dei Gesuiti costituisce
uno dei principali aggregati monumentali ubicati nel cento storico di
Caltagirone. Nel 1593 è documentata l'apertura al culto, ma viene
fortemente danneggiata dal terremoto
del 1693. Nel XVIII
secolo segue una
campagna di restauri, lavori conclusi con la consacrazione del 1733.
Nel 1767 con la Soppressione
della Compagnia di Gesù,
i religiosi Gesuiti sono
costretti ad abbandonare la città e le religiose teresiane
subentrate nella gestione delle strutture hanno introdotto il culto
di Santa Teresa d'Avila. Il terremoto
di Messina del 1908 ha
causato ulteriori distruzioni, con conseguente chiusura della Chiesa,
riaperta al culto nel 1910. Nel 1921 la Chiesa versava in uno stato
di degrado avanzato, per la pubblica sicurezza, che si decise di
togliere le statue che decoravano il prospetto e demolire l'antico
campanile. I bombardamenti aerei del secondo
conflitto mondiale hanno
arrecato danni nei prospetti, all'apparato decorativo della facciata,
scardinato il portone principale e dissestato il tetto. Nel 1955 ha
inizio un ciclo di restauri, completato con l'inaugurazione della
chiesa, mentre il convento fu oggetto di consolidamento strutturale.
La facciata è ripartita in due ordini e presenta il
portale sormontato
da finestrone con timpano ad arco. il telaio verticale del prospetto
è costituito da una serie di tre lesene per
lato al piano terra, che diventano due nel livello superiore. Il
portale presenta colonne binate con capitelli
corinzi collocate su
alti plinti.
Nel 1623 fu realizzata la cantoria lignea posta sopra l'ingresso
principale, le due tribunette laterali ed il pulpito. L'impianto
a croce
latina a navata
unica con ampie cappelle laterali. Il pavimento è rialzato di un
gradino rispetto l'aula. L'altare è delimitato da balaustra
marmorea. I fabbricati del collegio insistono sulla navata destra
della Chiesa, con due cortili porticati adiacenti sul lato di sud -
est e prospetto affacciato su via degli Studi.
I Musei Civici.
I musei civici Luigi Sturzo sono una catena museale del comune di Caltagirone, ospitati nell'edificio dell'ex carcere borbonico e diviso nella sezione archeologica, pinacoteca e raccolta storica. Il carcere venne costruito durante il Regno dei Borboni. Il volume massiccio dell'edificio è arricchito dalle decorazioni della facciata, articolata da un ordine gigante di lesene ioniche sopra un basamento, che sorreggono un grande cornicione sporgente. Negli spazi intermedi le finestre su due piani sono caratterizzate da timpani mistilinei e da incorniciature bugnate. Al centro la facciata è coronata da un grande stemma cittadino. All'interno sono presenti al piano terra grandi stanze per i prigionieri comuni, con catene e inferriate; al primo piano erano presenti la cappella, magazzini e depositi, e al secondo gli alloggi degli ufficiali e delle guardie. Nel sottotetto erano le celle di isolamento. Le collezioni furono raccolte da Emanuele Taranto Rosso, naturalista, archeologo, numismatico ed amante dell'arte, e aperte al pubblico a partire dal 1843 e concepito come centro di ricerca, studio e tutela, legato al mondo della scuola. Dopo un periodo di decadenza e abbandono, don Luigi Sturzo allora sindaco della città, fondò nel 1914 il museo civico, arricchito con l'acquisto di opere dalle mostre di pittura nazionali. In seguito vi furono continui trasferimenti in edifici diversi e il depauperamento e il trafugamento delle raccolte. Le collezioni del museo civico contribuirono ad arricchire il Museo statale della ceramica, con la riduzione dell'esposizione a sole quattro sale dell'ultimo piano del carcere. Dal 1990 venne avviata l'inventariazione delle collezioni e il restauro di materiali. Oggi i musei civici comprendono varie collezioni suddivise in sezioni che illustrano la storia e i vari aspetti della comunità e del territorio caltagironese. La sezione archeologica comprende reperti neolitici, corredi tombali dell'età del bronzo e del ferro, vasi e strumenti litici dall'età preistorica all'arrivo dei Greci. Attigua alle sale archeologiche è la "Pinacoteca" che espone una parte dei dipinti restaurati negli ultimi anni, di autori prevalentemente siciliani, dal XVI secolo al XX secolo. Possiede anche una collezione di ceramiche siciliane, tra cui quattro busti settecenteschi raffiguranti le 4 stagioni. Di interesse storico-artistico sono il fercolo di San Giacomo, in legno dorato ed argentato, opera cinquecentesca, un piccolo presepe ottocentesco, una portantina vescovile di fine Settecento, vasi da giardino. Le pergamene e i sigilli dall'epoca normanna, con privilegi, concessioni feudali ed esenzioni da tasse e prestazioni, non sono esposti per motivi conservativi. Fanno parte dei musei civici di Caltagirone anche la Mostra naturalistica permanente e la Galleria civica d'arte moderna e contemporanea.
Chiesa di San Francesco d'Assisi all'Immacolata.
La Chiesa di San Francesco d'Assisi all'immacolata, o Chiesa dell'Immacolata, insieme all'ex convento dell'Ordine dei frati minori conventuali, è un monumento del centro storico di Caltagirone. La tradizione locale indica in San Francesco d'Assisi il fondatore del convento nel 1219, durante una tappa di viaggio per l'Egitto o Palestina. La primitiva struttura era originariamente consacrata a San Michele Arcangelo, edificata in forme gotiche e nel 1236 assunse il titolo di San Francesco all'Immacolata. Ricostruita dopo il terremoto del 1693 in stile barocco sui resti della precedente Chiesa, conserva una cappella con volta a crociera. La nuova facciata presenta quattro nicchie ospitanti figure di santi francescani, a contorno della nicchia per la statua dell'Immacolata Concezione. Nel 1807, fu realizzata la piccola abside con cupolino, completata con il campanile nel 1852 e la cupola rimasta incompiuta. I bombardamenti del secondo conflitto mondiale hanno arrecato danni nelle strutture conventuali. In funzione del caratteristico prospetto e delle opere custodite, l'intero monumento è stato inserito nel patrimonio storico-artistico appartenente al Fondo edifici di culto. Si accede al sagrato attraverso una scalinata a ventaglio, mentre ulteriori rampe raccordano il piano antistante i varchi d'accesso col piano di calpestio interno del tempio. Dei tre varchi primitivi sono rimasti attivi il grande portale centrale e il portalino sinistro, mentre l'ingresso destro è stato trasformato in cappella absidata. La facciata si presenta a due ordini su cui campeggiano sculture e stemmi sostenuti da putti, riproducenti gli elementi della simbologia mariana e al centro della nicchia sopra l'ingresso, la statua raffigurante l'Immacolata Concezione. La cupola è sprovvista della calotta e del lanternino che non furono mai realizzati dopo il rovinoso crollo, avvenuto nel corso dei lavori del 1702. Sul tamburo si aprono otto finestroni ad arco delimitati da colonne e lesene, sul cornicione ad ogni coppia di capitelli, corrisponde una coppia di sfere in pietra bianca. La torre del campanile svetta accanto alla cupola, costruita nel 1852. Nel 1866 dopo l'emanazione delle leggi eversive e l'incameramento dei beni posseduti dagli ordini religiosi da parte dello Stato Italiano, il convento subì vari passaggi di proprietà e di destinazione. I locali, prima di essere restituiti alle autorità ecclesiastiche, furono trasformati in caserma e in tribunale. Solo nel 1911 fu insediata la sede vescovile e il seminario diocesano. L'ex convento ospita anche la Biblioteca Pio XI, gli Uffici diocesani e l'antica Cappella del seminario, realizzata in stile neogotico e splendidamente affrescata. Il seminario di Caltagirone aperto nel 1822, presenta un prospetto dall'impianto retto e squadrato, la cui superficie piana, si articola su tre registri fuori terra. La facciata è segnata dalla presenza dell'ordine architettonico di matrice dorica, ma ha subito diverse modifiche, per le varie destinazioni d'uso.
La Scalinata di Santa Maria del Monte.
La Scalinata di Santa Maria del Monte o Scala della Matrice è un'opera civile posta all'interno del centro storico di Caltagirone. Fu costruita nel 1606 al fine di collegare la parte antica di Caltagirone alla nuova città, costruita nella parte alta. Lunga oltre 130 metri, è fiancheggiata da edifici balconati ed è oggi uno dei monumenti identificativi della città. Era stata originariamente costruita a sbalzi che ne interrompevano la pendenza; nel 1844 furono unificate le varie rampe con 142 gradini e successivamente decorati nelle alzate, con mattonelle di ceramica policroma, prodotte dalla Maioliche Artigianali Caltagironesi. In ogni alzata di gradino è stato applicato un rivestimento dello stesso tipo di quella che, nei secoli, ha reso famosa la città. I temi figurativi, floreali o geometrici, rappresentano nella serie di blocchi lo stile arabo, normanno, svevo, angioino-aragonese, chiaramontano, spagnolo, rinascimentale, barocco, settecentesco, ottocentesco e contemporaneo. Le maioliche sono decorate con motivi isolani che vanno dal X al XX secolo, che producono un effetto spettacolare al colpo d'occhio. La scalinata è annualmente illuminata il 24 ed il 25 luglio (per la festa di San Giacomo, patrono della città), da migliaia di lumini a fiammella viva, che producono un effetto visivo di colata lavica, un fiume di fuoco che disegna eleganti figure decorative. A formare il singolare arazzo di fuoco è un insieme di quattromila lanternine dette lumere. L'illuminazione della scala ha storia antica. Il primo ad aver pensato, verso la fine del 1700, ad un disegno luminoso, fu l'architetto Bonaiuto, ma si deve al frate Benedetto Papale, la scenografia della scala illuminata. Per quarant'anni il monaco disegnò motivi ornamentali, soprattutto floreali, di grande effetto. La sistemazione a disegno prestabilito della luminaria presuppone un mese di preparazione. Gli addetti se ne tramandano l'arte di padre in figlio. Il momento della collocazione delle quattromila lucerne si assiste nel più rigoroso silenzio, dove il capomastro dirige la "chiamata" del disegno, che consiste nel deporre lentamente i "coppi" al loro giusto posto. Emozionante è il momento dall'accensione: un gran numero di uominii, appostati lungo la scalinata, attendono il segnale convenuto per accendere gli stoppini con steli di piante secche, chiamati "busi". Le "lumere" s'accendono all'improvviso, una dopo l'altra, dando vita ad un impressionante serpente di fuoco. L'arazzo ha vita per un paio d'ore, nel corso delle quali una marea di spettatori s'assiepa festosamente ai piedi. In primavera, la scala decorata con composizioni floreali: migliaia di piantine in vasetto sono sistemate sui gradini col fine di comporre un determinato tema.
Galleria Sturzo.
L’edificio fu costruito nel 1483 ed era la sede del Senato Calatino, mentre l’abbellimento con il portale e le sculture ornamentali inserite nel prospetto, risalgono alla seconda metà del ‘500. Il terremoto del 1693 danneggiò notevolmente l’edificio che andò lentamente in rovina, finchè nel 1823 fu trasformato in Teatro. Negli anni ’50 l’edificio venne completamente modificato all’interno dando luogo alla cosiddetta Galleria Luigi Sturzo, di proprietà del Comune e comprende una galleria con spazi espositivi, l’ufficio turistico comunale e un bar.